C'è una gran parte della politica nazionale che ha intenzione di recuperare il tempo perso e gettarsi in una nuova, ma certamente poco esaltante, esperienza nucleare, nonostante la scelta del Popolo Italiano di rinunciare per sempre, con il referendum del 1987, ad inseguire ed imbrigliare l'energia dell'atomo. |
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Nucleare o rinnovabile? |
Tags/parole chiave: energia nucleare • energia atomica • centrali termonucleari • Chernobyl • referendum • pannelli solari • eolico
(AGI) - Roma, 2 feb - Le regioni interessate dovranno esprimere il loro parere per la costruzione e l'esercizio di impianti nucleari.
La Corte Costituzionale ha dichiarato oggi l'illegittimita' costituzionale dell'art. 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonche' misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell'articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99) nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari.
La politica, quella dei partiti e dei compromessi non mi interessa. Ne, tanto meno, avrei pensato di dedicare ad essa una pagina sul blog. Ma quando le scelte riguardano la salute, nostra e di chi ci sta vicino, beh, a quel punto, le cose cambiano.
C'è una gran parte della politica nazionale che ha intenzione di recuperare il tempo perso e gettarsi -a capofitto- in una nuova, ma certamente poco esaltante, esperienza nucleare, nonostante la scelta del Popolo Italiano di rinunciare per sempre, con il referendum del 1987, ad inseguire ed imbrigliare l'energia dell'atomo.
Devo specificare che -personalmente- non ho paura del progresso o della tecnologia: temo gli uomini, il loro modo di lavorare e di comportarsi. Un errore umano è sempre possibile e, nel caso del nucleare, non è reversibile! La conferma consiste anche nel fatto che nessuna compagnia di assicurazione garantisce contro questo tipo di danni e, se non ci credete, leggete l'articolo relativo alle esclusioni di un qualunque contratto assicurativo! Riporto un contratto a caso, trovato su internet: Sono esclusi dall'assicurazione ogni conseguenza e/o evento derivante, direttamente o indirettamente, da trasformazioni o assestamenti energetici dell'atomo, naturali o provocati, e le accelerazioni di particelle atomiche (fissione o fusione nucleare, isotopi radioattivi, macchine acceleratrici, raggi X, ecc.). Più chiaro di così!
Avere intenzione di installare ben due centrali nucleari in Puglia significa mostrare disprezzo verso le persone che abitano la regione. Una regione che, tra l'altro, contribuisce già abbondantemente al bilancio energetico nazionale, a scapito della propria economia (l'agricoltura è in crisi intorno alla centrale di Cerano, a Brindisi) e del proprio ambiente (ettari di pannelli sono stati installati in vari punti della provincia e ben 42 sono in progetto a Scorrano).
La classe politica, a parte una netta presa di posizione contro l'alternativa nucleare, tace. Una parte esagera con le energie alternative: vuole pannellizzare ed impalare l'intera regione in modo sfrenato. L'altra parte cerca tiepidamente di affascinare le masse in periodo di elezioni (il mese entrante saremo alle urne per scegliere il nuovo presidente della regione) dicendosi favorevole al nucleare ma... non in Puglia! Ciò significa che, se la centrale la costruissero a Metaponto (bellissima località Magno Greca ad una decina di km da Taranto) per costui andrebbe bene. Favorevole al nucleare ma non in Puglia! Una opinione rispettabile, per carità, ma -scusate- a me sembra un ignobile scarica barile atomico.
Non si riesce a capire il motivo di tanto atomico desiderio. Qualcuno fa l'esempio della Francia, in realtà legata mani e piedi al nucleare a causa dello sviluppo di armi atomiche (ricordate gli esperimenti di Mururoa, un atollo della Polinesia Francese?), ma questo non significa che non ci siano incidenti.
Purtroppo, in Europa siamo letteralmente circondati da centrali nucleari ma questo non deve essere una giustificazione per la nostra classe politica. Non può neanche essere una giustificazione ciò che qualcuno dice: scegliamo il nucleare per non essere schiavi del petrolio e dei suoi produttori.
Infatti, se è vero che i grandi produttori di petrolio sono pochi e fanno cartello, è altrettanto vero che sono solo tre i grandi produttori di uranio: Canada, Australia e Kazakistan. Da soli, questi paesi posseggono il 58% delle riserve mondiali. Inoltre nessuno ci dice che, negli ultimi anni il prezzo dell'uranio è passato da appena 14 dollari al chilo del 2001 a ben 270 dollari al chilo del 2007! E le previsioni sono ancor meno rosee se consideriamo che, aumentando la richiesta, ne aumenterà conseguentemente il prezzo (fonte Wikipedia)!
Ma il costo dell'uranio è forse quello minore nel budget di una centrale. Costruire una centrale nucleare costa cifre assurde che la rendono assolutamente anti economica.
E se costruirla costa, non immaginate quanto costi smantellarla! Sintomatico ed estremamente significativo quanto accaduto in Francia, nella Finistere, in Bretagna. Sulla vicenda è stato fatto addirittura un film documentario dal titolo Brennilis, la centrale qui ne voulait pas s’éteindre (Brennilis, la centrale che non voleva spegnersi). Potete trovare informazioni in francese su questo sito.
In breve, lo smantellamento della centrale -il primo di una centrale atomica in Francia- appena avviato ha posto in luce un grave inquinamento cui è stata sottoposta tutta la popolazione, che viveva all'insaputa di tutto. La demolizione della centrale, lunga e costosissima, è stata fermata scatenando l'ira degli appaltatori che hanno perso il lavoro. I problemi ed i costi della centrale, però, restano anche se si tratta di una piccola centrale di prima generazione: appena 70 MW.
Stando alle indiscrezioni (comunque non confermate, visto che i nomi dei siti -specialmente in periodo di elezioni- sono tenuti rigorosamente segreti), ci sarebbe intenzione di creare siti nucleari in Puglia, probabilmente nel Salento: uno sul versante jonico (tra Nardò e Manduria) ed uno sul versante adriatico (dopo Otranto). Proprio non riesco ad immaginare orde di turisti felici insieme a famiglie e figli a bagnarsi allegramente sotto la sagoma di una centrale nucleare. Non riesco ad immaginarli perché, personalmente, non riuscirei a star tranquillo nelle vicinanze di una centrale di questo tipo.
Quindi, mi chiedo: quanta gente farebbe 800 o 1000 chilometri per godersi il nostro mare ed il nostro Salento sapendo che in meno di 100 Km ci sono ben due centrali nucleari?
Qualcuno potrebbe dire: vendiamo tutto e andiamo via! Domanda: conoscete qualcuno disposto a comprare sapendo che, nel raggio di 50/100 km ci sono ben due (non una, due!) centrali nucleari? Probabilmente il mercato immobiliare Salentino crollerebbe di colpo!
C'è qualcuno che dice che le pale deturpano i panorami. Personalmente, preferisco un panorama deturpato dalla sagoma di un moderno mulino a vento ad un panorama radioattivo ed all'obbligo di prendere le pillole per non essere contaminati dalle radiazioni!
Il pannello selvaggio sta ricoprendo aree verdi e campagne fertili. Ma allora, perché non dare consistenti contributi ai privati per montare i pannelli su case e palazzi? Quanto potrebbero produrre centomila di tetti con una potenza da 3 KW in un anno? Tanti e tutti senza toccare un filo d'erba! E costerebbero meno di una centrale nucleare.
Oppure mettiamoli lungo le strade, nei parcheggi, sui tetti dei palazzi pubblici. Ma -vi prego- lasciamo stare le campagne, le pinete ed i pochi boschi rimasti altrimenti la desertificazione di questo martoriato territorio sarà proprio dietro l'angolo.
A proposito di desertificazione: qui è possibile vedere come come si presenta Chernobyl a 24 anni dal disastro.
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