Una proposta del governo minaccia le feste patronali, tradizioni popolari che andrebbero rispettate e incentivate per salvare attraverso la cultura l'economia del Paese. |
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Santi patroni in crisi |
Tags/parole chiave: feste patronali • governo • provvedimento • italia
Ci sono notizie che mi danno molto pensare sull'efficienza dell'operato dei nostri governanti. Oggi mi è capitato di leggere una notizia su Repubblica circa una proposta sull'eliminazione delle feste patronali nei giorni feriali accorpandole ai giorni festivi per incentivare la crescita del paese.
La domanda sorge spontanea: incentivare la crescita del paese eliminando le feste patronali? Ma che vuol dire?
Ebbene forse i nostri governanti non conoscono come gira l'economia e quali sono i risvolti positivi che una semplice festa patronale apporta al luogo in cui si svolge.
Una festa patronale ben organizzata crea lavoro e introiti a, solo per fare un esempio: Strutture ricettive, ristoranti, bar, pasticcerie, paninoteche, guide turistiche, negozi, artigianato, venditori ambulanti, produttori di fuochi d'artificio, senza dimenticare il nostro bravo Clero che, grazie al Santo festeggiato, ha un aumento delle offerte e senza tralasciare al comune che, con i posteggi per le baracche degli ambulanti e i parcheggi a pagamento, vede un interessante incremento per le proprie casse.
Credo, inoltre, che i nostri governanti non sappiano che i "poveri mortali" si spostano in “economia” e, spesso, per le feste patronali esistono i viaggi organizzati per i pensionati ed il turismo religioso, viaggi di gruppo in pullman che di blu, spesso, ne hanno solo il colore.
Credo che i nostri grandi economisti al governo abbiano una visione distorta sulla gestione economica, sul paese Italia e sugli italiani. Comunque la colpa non è loro: essi, purtroppo, ignorano come “tirare a campare” con 600 euro al mese come fanno ormai da tempo molti pensionati, esodati e cassaintegrati; ignorano le tradizioni popolari perché "professori" si sentono superiori al popolo; ignorano per loro grave ignoranza, e questa è la cosa peggiore, non rispettano la cultura e le tradizioni del paese che tentano malamente di governare.
Se poi questo provvedimento è dovuto solo per salvaguardare le Banche ed evitare la chiusura anticipata degli sportelli nel giorno di festa, vorrei proporre una soluzione: potrebbero incentivare la visibilità degli sportelli bancari allestendo, nelle sedi, nei giorni di festa dedicati al Santo patrono, mostre ed eventi culturali.
Così unirebbero cultura e banche e chissà se i banchieri che investono (o hanno investito) in titoli tossici non possano essere salvati, oltre che dallo stato (cioè da noi, poveri disgraziati...), anche dal santo patrono del luogo...
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