Il 24 e 25 maggio sono stati spenti i segnali della vecchia televisione. Era quella che ci ha accompagnato per tanti anni e che ha fatto da balia a molti di noi. Al suo posto, il moderno segnale digitale... quando questo arriva a solleticare le nostre antenne. |
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La TV Analogica: Spenta! |
Tags/parole chiave: tv • televisione • segnale analogico • switch off puglia • televisione digitale
Ieri i vecchi televisori analogici hanno smesso di funzionare: anche nel Salento, i ripetitori televisivi che trasmettevano il segnale, con i suoi difetti ed il suo caratteristico effetto neve, sono stati spenti. Il posto, lasciato vuoto, viene preso dalla nuova e sfavillante televisione digitale, ricca di canali e pregna di caratteristiche interessanti... Ma sarà tutto vero?
Uno che ha messo in giardino il suo vecchio televisore per fotografarlo tra il trifoglio e l'ortica e che non ne ha uno in casa, probabilmente non è la persona giusta a parlare di TV... Ed infatti, non credo che sia tutto oro quello che luccica.
A parte i soliti “noti” canali della televisione tradizionale italiana, si sono aggiunti tanti network che sembrano voler solo sottolineare il desiderio dei loro proprietari di accaparrarsi più canali possibile trasmettendo... le stesse cose di sempre.
Infatti ai soliti canali se ne affiancano tanti che, se funzionanti, propinano le stesse cose viste e riviste in replica o, semplicemente, chiedono il pagamento di un ulteriore tributo: sono i canali “premium” (ma per essere premiati a vederli, bisogna pagare...).
Poi ci sono gli interessantissimi canali di televendita: qui imbonitori televisivi propongono oggetti di varia natura e fattura. Ma chi li guarda? E, soprattutto, chi acquista quello che si vede e si vende in TV? A giudicare dal numero di canali, immagino (e lo spero per loro...), siano in tanti.
Poi ci sono tanti canali per bambini, con i soliti cartoni animati tutti uguali e con delle trame assurde. Mi chiedo che impatto possano avere sulla psiche dei piccolini.
Alla fine dei conti, dei 3.750 canali della TV digitale se ne salvano -a voler essere buoni- uno o due se non gracchiano e non hanno quadratini in faccia alle persone... O non vengono sostituiti dallo schermo nero dell'assenza di segnale.
Era l'alba del 1968 quando cominciai a capire che quell'oggetto era una finestra sul mondo... Di quel tempo ricordo una enorme palla che girava su una specie di traliccio nello spazio, e dopo un tizio che riferiva di una guerra lontana che solo molti anni dopo avrei ben collocato nel tempo e nello spazio. Il Vietnam era il protagonista dei telegiornali di quel tempo, chiusi un uno scatolone di legno con inserti di plastica grigia.
C'era un solo canale, a quel tempo, e le trasmissioni cominciavano tardi, molto tardi, preannunciate da un monoscopio con un sibilo in audio che diventava musica una mezz'oretta prima dell'inizio delle trasmissioni... Stanno “riscaldando la televisione” diceva qualche ben informato nel vedere il monoscopio... Ed io ci credevo, piccolo, immaginando qualcuno intento a surriscaldare col fuoco degli incredibili strumenti di trasmissione.
Poi i programmi, rigorosamente in bianco e nero, con i film di indiani e cow boy che ci facevano sognare luoghi lontani e sterminati.
Ma -ricordo- il momento più bello della televisione era l'arrivo del tecnico!
Era un televisore a valvole, un Allocchio Bacchini comprato prima che io nascessi, accoccolato su uno di quei trespoli dal design futurista; per quanto un trespolo anni sessanta potesse essere futurista. Sotto, per terra, giaceva un ulteriore componente: uno stabilizzatore di corrente, necessario per far funzionare il vecchio televisore dalle mille valvole...
Probabilmente assorbiva talmente tanta corrente che per dargli una categoria non basterebbero le lettere dell'intero alfabeto: altro che classe A!
Il momento più bello per me, dunque, era quando il tecnico apriva l'incredibile scatolone: un groviglio di fili, valvole ed altre incredibili diavolerie venivano messi allo scoperto. Il loro numero era talmente grande che un'intera paratia si apriva su cerniere per mostrare altri componenti all'interno!
Forse, senza neanche immaginarlo, quel tecnico aveva fatto scattare in me quella passione per l'elettronica che mi avrebbe accompagnato in tutti gli anni della mia vita, colpevole, anche, quello scatolo televisivo che si scassava troppo, troppo spesso.
Nonostante tutto, lo scatolo rimase in servizio per molti altri anni e, qualche anno dopo, lo portammo con noi nella nuova casa.
Era il periodo del “secondo canale”, un'innovazione incredibile e, ancora più incredibile, il televisore era predisposto per riceverlo!” Bastava spostare la manopola dei canali dal canale “D”, dove si riceveva il primo, all'etichetta UHF e, poi, spostare una ulteriore manopolina che ne permetteva una perfetta sintonizzazione! Una cosa pazzesca, che imparai a fare in un battibaleno, divenendo il telecomando preferito dei miei familiari.
Eh, si, perché il telecomando ancora non c'era, almeno in Italia. Sarebbe arrivato molto, molto dopo, con i televisori a colori degli anni '80. Ma in quel tempo, io, la televisione cominciavo a guardarla poco, molto poco...
Erano veramente altri tempi! E che bei tempi! Darei in cambio il digitale terrestre e tutta l'inutile tecnologia televisiva per passare una settimana di ferie in quel lontano 1968, anche fosse solo in bianco e nero...
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