Grillo a Lecce: Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno... Intervista di Francesco Greco
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Intervista a Grillo

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Grillo a Lecce: "Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno..." di Francesco Greco

LECCE – "Sono l’uomo più felice del mondo. Dopo 41 anni di lavoro, sto bene grazie anche a voi che avete riempito i teatri: potrei starmene a casa in pantofole, a godermi mia moglie, che mi prende per il culo e i miei 6 figli. Invece ho fatto a nuoto lo Stretto di Messina e abbiamo conquistato la Sicilia...".

Grillo a Lecce parte seconda: è come entrare nella macchina del tempo. Un replay. Ci venne il 9 aprile 2012 (a Lupiae c’erano le Comunali), pioveva e faceva freddo. Come ieri sera in una piazza Sant’Oronzo colma, stessa pioggia ispida e gelata, stessa selva di ombrelli, stesso feeling che da uomo di spettacolo che riempiva i teatri con la satira al vetriolo sa tener vivo con le pause giuste e la “captatio” da attore consumato, tentando di ipnotizzare i leccesi come nello spot dello yogurt di una multinazionale.

E’ un Grillo Parlante in forma, che ha vita facile nei suoi monologhi, anche perché non ha mai contraddittorio. Di nuovo rispetto a un anno fa c’è l’involuzione del personaggio verso i diktat, il virare verso le “purghe” staliniane: basta fare domande (Giovanni Favia, ora candidato da Rivoluzione Civile di Ingroia), magari affacciarsi dallo schermo tv (Federica Salsi) per essere scomunicati. I candidati sul palco lo guardano adoranti, modulati sul culto della personalità, candeggiati in lavatrice. Oltre al nepotismo nella composizione delle liste. Una fauna antropologica varia: c’è chi si vanta di aver rinunciato all’auto (un candidato di Bitonto), chi di non avere figli, chi affida al web la surroga di ogni sentimento. Autostima zero, pronti a essere eterodiretti, a pensare con la testa altrui...

E dunque, un Grillo furioso con una visione del mondo oscillante fra una madrassa talebana e il Mulino Bianco, il Paese dei Balocchi e l’isola che non c’è, l’arcadia e una cittadina Amish, l’Iperurano e una comunità hippy, ne ha per tutti: Monti, Berlusconi, Bersani, Vendola, le banche, la scuola, la sanità…

Domanda: I suoi candidati hanno superato l’analisi del sangue? Risposta: “Garantisco che sono tutti pugliesi, persone per bene, incensurati, niente tessere di partito, né due legislature: fanno politica per passione. Alcuni hanno due lauree, quelli che vengono qui a chiedere il voto spesso 3 avvisi di garanzia. Le nostre candidate non sono donne con i seni finti e il silicone, ma persone che si fanno un culo così…”.

D. Stasera a Lecce ha attaccato tutti: Monti per primo… R. “Cosa devo pensare di uno che si è sfiduciati da solo, senza passare dal Parlamento? Nel patto di stabilità, scritto in politichese stretto tanto che il mio avvocato a cui l’avevo sottoposto, fra commi e codicilli è in analisi, ha nascosto l’acquisto di 25 F35, aerei da combattimento e di alcuni sommergibili da guerra: mentre ha tagliato 4 miliardi alla scuola pubblica e uno alla sanità”.

D. Poi Bersani… R. “Ha riempito l’Italia di faccioni 6x4, parlano di Italia giusta, ma sà chi li paga? Le banche, che hanno anticipato il finanziamento pubblico, a cui noi rinunciamo. Le stesse banche che negano il credito alle imprese, che non muoiono di debiti ma di crediti che lo Stato non onora. Ormai la parola lavoro è diventata impronunciabile. Ci sono laureati col dottorato di ricerca a 400 euro ai call-center”.

D. A proposito di banche: cosa pensa del fallimento del Monte dei Paschi di Siena?

R. “E’ stato per secoli l’orgoglio dei senesi, grazie al Pd ha accumulato debiti per 7 miliardi di euro”.

D. Che dice del ritorno di Berlusconi? R. “Berlusconi? Non esiste. È il passato, è un ologramma”.

D. Sembra esserci una sintonia con la Puglia: le piace questa terra?

R. “A me tanto: è una Regione meravigliosa, che potrebbe vivere delle sue risorse naturali. Peccato che Vendola l’ha riempita di insediamenti fotovoltaici e di pale eoliche peraltro scollegate dalla rete per favorire il carbone, che resta sempre privato: così spengono il futuro…”.

D. E’ sempre convinto che la scuola privata debba chiudere? R. “I finanziamenti devono andare alla scuola e la sanità pubblica”.

E se ne va inghiottito dalla claque: parla di politici senza visioni, sogni, di reddito di cittadinanza, debito pubblico, agricoltura senza mezzi meccanici (come in Gran Bretagna) che a suo dire desertificano la terra. “La politica non è complicata - filosofeggia – al Ministero dell’Economia vedrei bene una madre di 3 figli... Mi chiedo cosa mangeranno fra 20 anni i nostri figli, che energia useranno…”.

Ammonisce: “Non fidatevi dei politici che in questi giorni offrono soluzioni a tragedie provocate da loro…”. Ripete i must del M5S: eliminazione di partiti, sindacati, Equitalia.

Poi ri-veste i panni del guru: “Mettetevi in gioco, non abbiamo più niente da perdere, ma ricordate – e non si capisce se è una minaccia o un presagio – con noi è sempre un salto nel buio…

Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno… Nessuno deve rimanere indietro”, conclude regalando un sussulto egalitario.

Ha smesso di piovere, un buio vellutato abbraccia morbidamente una Lecce disincantata, scettica, con molta autostima (qui i medici liberali curarono male un Re Borbone dandogli una spinta nell’aldilà) che di “profeti” ne ha visti tanti, da Ennio a Schipa e Bodini, ma in fondo non ne ha mai amato nessuno. La sua anima barocca non ama che se stessa.

Data pubblicazione: 20/01/2013 (13:49)
Ultimo aggiornamento: 20/01/2013 (13:49)


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