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1) Scorie radioattive |
Scritto il 27/09/2010 (18:35), pubblicato in Ambiente. Prima delle centrali nucleari, le scorie radioattive ovvero come l'Italia vuol distruggere se stessaE' di un paio di giorni fa la notizia che la Sogin, società incaricata alla gestione degli impianti nucleari, attualmente commissariata e senza consiglio di amministrazione, abbia fornito al governo la lista dei luoghi ideali per il deposito delle scorie nucleari radioattive. L'elenco ne comprende diversi in Puglia di cui tre in provincia di Lecce. Tra le 52 zone individuate, infatti, sembrerebbe che ce ne sia una al confine tra la Puglia e la Basilicata, un altro tra Manduria e Avetrana (ossia quella più volte interessata come possibile area idonea ad ospitare una centrale nucleare che si trova sulla fascia costiera al confine con i territori di Manduria, Avetrana e Nardò), un sito a Mesagne ed un altro ancora più a sud; tra le zone individuate, ritenute idonee in base a chissà quali criteri, comparrebbero due centri salentini: Otranto (si, avete capito bene, la Città dei Martiri, la porta d'Oriente) e Casarano, la nostra Casarano... |
2) Nucleare? NO |
Scritto il 17/03/2011 (15:47), pubblicato in Ambiente. Un Mantra per questi tempiIl Mantra è una pratica orientale che consiste nella ripetizione di alcune parole in grado, secondo la credenza comune, di far avverare ciò che si desidera, capace, quindi, di creare una trasformazione. Il Mantra di oggi, che voglio ripetere quasi all'infinito, è: |
3) Santu Latteri |
Scritto il 25/01/2010 (18:26), pubblicato in Ambiente. La collina di Sant'eleuterioChe cosa è successo a Sant'Eleuterio, la collina che sovrasta i comuni di Matino, Parabita e Collepasso? Ricordo che, da ragazzi, quella collina -la più alta del Salento- ci attraeva come niente altro al mondo. Forse per i suoi panorami, forse le grandi installazioni delle antenne televisive (in quel tempo veramente poche: solo il secondo canale della RAI), la pineta che la circondava, quell'ambiente lontano dal paese, tranquillo, quasi selvaggio. Ci si arrivava con le biciclette, che nell'ultimo tratto si caricavano a spalla, per arrivare prima, senza seguire la strada sterrata. Una faticaccia! Poi, con gli anni, abbiamo scoperto la sua storia, un pezzo di Salento e di grecità che vorrei raccontare in queste pagine. |
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