Le acque reflue dei depuratori convogliate nei canali di bonifica del Consorzio Ugento - Li Foggi: una scelta rischiosa per la salute e la sopravvivenza del territorio. |
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Tags/parole chiave: ugento li foggi • consorzi bonifica • desertificazione • gallipoli • depuratore • casarano
Ci sono decisioni politiche che impattamo in maniera drammatica sulla salute della gente e sugli ecosistemi dei luoghi. Scelte "politiche" perché fatte da politici, eletti dal Popolo, che, in quanto tali, dovrebbero farle esclusivamente nell'interesse del Popolo.
Qualche tempo addietro ci fu la proposta di un sindaco di sversare quanto fuoriusciva dal depuratore del suo paese in un canale (il canale dei "Samari") che, raccogliendo le acque di superficie durante i periodi piovosi, le conduceva al mare, poco più a sud della nota località turistica Gallipolina, "Baia Verde".
La risposta del sindaco della Perla dello Jonio, in quel tempo non si fece attendere: di fatto impedì qualsiasi attività volta allo sversamento in mare delle acque del "depuratore". Grazie a quel sindaco, furono evitate conseguenze spiacevoli.
Ma si sa, i sindaci cambiano e le idee malsane restano...
Recentemente, senza dire nulla a nessuno, "qualcuno" ha pensato bene di riversare in mare le acque reflue dei paesi dell'interno (da quanto ci hanno riferito, Casarano, Matino, Parabita ed altri) utilizzando la rete dei canali di bonifica del Consorzio "Ugento-Li Foggi", mediante, probabilmente, lo stesso sbocco al mare ipotizzato dalla proposta di quel sindaco fortunatamente bocciata dal suo omologo di Gallipoli alcuni anni fa!
Una decisione di incredibile portata che pone a serio rischio l'intera area agricola a ridosso della solita Baia Verde e la sicurezza "sanitaria" delle persone che qui ci vivono! I canali di "bonifica" infatti, non saranno più utilizzabili per l'approvvigionamento agricolo in quanto è espressamente vietato utilizzare queste acque "depurate" anche per la semplice irrigazione!
Incredibile in tale senso la decisione della Regione Puglia: per "regolarizzarne" l'uso agricolo, i burocrati regionali hanno pensato di innalzare il livello di cloruro da 250 a 500 mlg per litro, come se la "bontà" dell'acqua dipendesse da questo parametro e non dalla tossicità dell'elemento! Un po' come se, per bere l'acqua con dentro le formiche, la rendessi potabile aggiungendoci l'insetticida... Esempio -forse- un po' spiccio ma che, credo, rende bene l'idea.
Qualcun altro potrebbe dire: "e che ci vuole? Facciamo un bel pozzo artesiano...!" E qui viene il bello o, meglio, il brutto temuto da molto tempo.
L'eccessivo prelievo di acqua dall'interno della Penisola Salentina mediante l'uso, spesso incontrollato, dei pozzi, ha fatto si che, nell'area gallipolina alle spalle della Baia Verde, la falda freatica si sia ritirata, facendo subentrare l'acqua salata! Pertanto, qualsiasi pozzo permetterebbe di tirar su solo acqua di mare!
E se il Salento è diventato un paradiso, grazie al lavoro di generazioni e generazioni di contadini, sono bastati pochi decenni per farlo diventare l'anticamera dell'inferno e, se questo percorso non cambia, grazie a scelte politiche attente ed a sistemi di depurazione "veramente" efficienti, tra qualche anno (quanti? Dieci, venti...) ci ritroveremmo a dover abbandonare questa Terra perché ormai non sarà più in grado di sostenerci.
Se una simile notizia risultasse vera, probabilmente ne sarebbero interessati i lidi di Gallipoli. Infatti le normative prevedono che, nel caso di scarico a marie dei reflui, l'area inibita alla balneazione potrebbe essere di un Km intorno allo scarico al mare. Una simile situazione inficerebbe sulla vocazione turistica della cittadina salentina e, in generale, sulla qualità del mare della nostra provincia.
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