Se la proposta di costruire un inceneritore passasse, a farne le spese sarebbe il territorio, il terreno, le colture, l'acqua e l'aria e tutto l'indotto agricolo che è una delle risorse più importanti del Salento e che andrebbe valorizzata e non penalizzata. |
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Tags/parole chiave: inceneritore • rifiuti • galatina
É da qualche giorno che si sente parlare della realizzazione di un impianto di incenerimento rifiuti a Galatina, al posto di un vecchio cementificio di proprietà della della Colacem, azienda con sede a Gubbio, ormai in disuso per l'esaurimento della materia prima.
Si tratta di un progetto di cui è facile immaginare l'impatto ambientale. Ad esso gli abitanti di Galatina e dei comuni limitrofi dicono no; a sostenerlo è Aldo Aloisi politico salentino che asserisce che una tale proposta prima di essere accettata dagli enti preposti deve essere accettata da chi vive (o vivrà) a stretto contatto con il nuovo ecomostro. In un suo intervento, infatti, dice: “Va chiarito da principio che l’arma del ricatto occupazionale è arrugginita e scarsamente efficace, da un lato perché - conoscendo la lealtà della proprietà - ci rifiutiamo di credere che si ritrovi costretta a brandire strumenti di dubbia opportunità etica, dall’altro perché siamo convinti che la parola lavoro sia sinonimo di dignità e, soprattutto, rispetto per la vita (propria ed altrui)”.
E' necessario rammentare che il territorio di Galatina, Sogliano Cavour e Cutrofiano ha già pagato abbastanza a causa degli impianti di estrazione: “Le stime dell’oncologo Serravezza - precisa Aloisi - testimoniano tassi elevatissimi circa l’incidenza di malattie tumorali di origine ambientale proprio nelle nostre piccole comunità. Aggiungere fumi e veleni in quest’aria tormentata sarebbe un capriccio insostenibile”.
Ciò che propone Aloisi è che a decidere se accettare il nuovo inceneritore ad alto impatto ambientale siano proprio gli abitanti attraverso un referendum, invitando gli esponenti politici del Comune di Galatina di valutare la proposta avanzata dalla Colacem tenendo presente, prima di tutto, gli interessi della salute dei cittadini.
Se la proposta passasse, a farne le spese sarebbe il territorio, il terreno, le colture, l'acqua e l'aria e tutto l'indotto agricolo che è una delle risorse più importanti del Salento e che andrebbe valorizzata e non penalizzata.
Si spera, quindi, nel buon senso degli amministratori locali che, mai come in questi anni, sia sempre volto a tutelare i cittadini, la loro salute e il nostro amato Territorio.
Data pubblicazione: 13/09/2010 (12:51)
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