Rifiuti fonte di guadagno |
Tags/parole chiave: rifiuti • differenziata • vetro • plastica • alluminio • ferro • isole ecologiche
La mattina, per esigenze lavorative, esco abbastanza presto da casa. Ogni mattina il mio orario coincide con il ritiro del pattume dalle vie di Casarano da cui passo.
Ed ogni mattina gli operatori ecologici ritirano qualcosa si diverso, segnalato dal colore dei contenitori: giallo, verde, marrone. Ogni colore individua un elemento potenzialmente riciclabile (plastica, vetro, alluminio...) o da conferire in discarica.
Ed ogni mattina un enorme camion è in sosta o in lento movimento al centro della strada: non lo si può superare e, se lo si fa, è necessario prestare attenzione ai due addetti (uno per lato...) intenti alla raccolta, con evidente dispendio di carburante (per il camion), energia umana (autista ed addetti), pazienza (degli automobilisti). L'operazione si svolge in questo modo: il camion avanza, lentamente, per dare il tempo ai due addetti di raccogliere il contenitore dalla porta degli utenti, versarne il contenuto nel compattatore, rimettere a posto il contenitore... L'operazione si ripete decine e decine di volte e -solo a pensarci- comprendo il loro eventuale ed irrefrenabile desiderio di voler prendere a calci il contenitore...
Una volta (poco più di un anno fa...) c'erano i cassonetti con colore diverso per la raccolta differenziata, sistemati in improvvide isole ecologiche qua e là per il nostro paese. La mia famiglia riempiva settimanalmente alcuni contenitori (prevalentemente scatole di cartone) di lattine, bottiglie di plastica e vetro, carta e cartone, che venivano portate, una volta la settimana, alla più vicina isola ecologica dove, in pochissimi minuti veniva effettuata l'operazione di riparto tra i contenitori. Alla fine anche i cartoni finivano nel riciclo ed il baule della fida quattro ruote tornava ad essere vuoto. Sono le dimensioni della vettura -a pensarci bene- che impongono i tempi di conferimento... Ma questo è un altro discorso.
Oggi, invece, le cose sono cambiate. Ogni famiglia casaranese ha ricevuto “in dono” dall'azienda incaricata della raccolta dei contenitori di colore diverso da usare per il conferimento differenziato, la cui raccolta avviene a domicilio con il camion di cui ho avuto modo di parlare poco fa. Le giornate destinate ai conferimenti variano in maniera alquanto bizzarra: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato l'umido, il martedì la plastica, il primo e il terzo giovedì il vetro e l'alluminio e il secondo e quarto giovedì la carta. Un calendario ferreo e complesso che costringe i cittadini a ben esercitare la memoria se non vogliono che la propria casa si trasformi in una discarica.
Alla base della moderna gestione dei rifiuti italiana credo ci sia il concetto che i rifiuti sono, essenzialmente, qualcosa di inutile di cui, in un modo o nell'altro, è necessario disfarsi. La raccolta differenziata parte da questo presupposto, cercando di recuperare il possibile ma scaricando i costi (alti, molto alti, nel caso dei tre addetti ed il camion...) sulla comunità. Sarebbe quasi a dire: noi facciamo qualcosa per l'ambiente, ma questo vi costa, perché se volete un mondo pulito dovete... pagare. Quindi, rifiuti e mondo pulito sono una contraddizione in termini? No, io non credo che sia così.
Cercherò di spiegare meglio cosa voglio dire.
L'allumino è un metallo incredibile. È leggero (lo usano per creare aerei e motori), si può trasformare in film sottili (la volgare stagnola altro non è che un sottile foglio di alluminio) o in complessi profilati per infissi. Come il rame è un ottimo conduttore. Il costo al chilo credo superi -attualmente- i 20 euro. Domanda: quanti chili di lattine si gettano via come rifiuti in una città come Casarano? E quante migliaia giacciono nelle discariche?
La bottiglia di plastica della nostra aranciata preferita è fatta di PET (PoliEtilenTereftalato). Il nome complesso nasconde però un materiale interessante: è una resina termoplastica. Questo significa che può essere sciolta e riutilizzata. Una vecchia bottiglia si scioglie, se ne crea una nuova fiammante e si risparmia il 60% dell'energia necessaria per produrla “da zero”. Chiaramente le scaglie (si parla di scaglie di PET) devono essere scelte, di buona qualità, etc ma probabilmente vale la pena farlo.
E' il materiale più riciclabile in assoluto: una scheggia senza valore può diventare un bellissimo soprammobile di vetro soffiato! O un pannello fotovoltaico... perchè no?
No, questo non lo conferiamo ai rifiuti, ma non perché nessuno lo vuole: semplicemente, non facciamo in tempo! Nel senso che appena tiriamo fuori da casa un tubo in ferro o un vecchio oggetto arrugginito, dopo poco tempo qualcuno bussa alla nostra porta e ci chiede se può portarlo via! Quello che per noi era un problema per qualcun altro è un oggetto di guadagno.
Ora, permettetemi di concludere. Ho analizzato alcuni rifiuti e chiuso la lista con il ferro. Estendiamo l'ultimo esempio agli altri. Pensate che le migliaia di chili di alluminio delle nostre lattine non abbiano un valore? Provate a chiedere il preventivo ad un serramentista, allora! Pertanto noi conferiamo valore e paghiamo qualcuno che -invece- dovrebbe pagare noi.
Sarebbe più onesto, secondo me, creare delle isole ecologiche presidiate (magari da quei poverini costretti a girare per le vie della città ad inseguire il camion dei rifiuti e rimproverati dagli impazienti cittadini...) dove ad ogni conferimento di rifiuto-merce viene assegnato un valore, magari anche un semplice punteggio, che mi permetta di avere uno sconto in bolletta. Più conferisco differenziata, meno pago. Più la mia differenziata è di qualità (separo le bottiglie di PET dai flaconi di plastica dei detersivi, ad esempio), maggiore il punteggio che ottengo.
Chiudo con un amarcord: ricordo che quando le bottiglie erano di vetro “a rendere” molti di noi le rubavano ad amici e parenti per guadagnare le 50/100 lire che spendevamo, immediatamente, dal gelataio più vicino. Ed erano altri, bellissimi tempi....
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