La bella villa comunale di Casarano è ormai da tempo sotto attacco del temibile insetto. Qualcosa è stato fatto, ma non abbastanza: una ad una le palme che l'abbellivano stanno morendo. |
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La villa ed il punteruolo |
Tags/parole chiave: punteruolo rosso • villa comunale • casarano • palme • giardini
Casarano, villa comunale. O, come lo si potrebbe chiamare altrove, il Parco delle Rimembranze: come tale, porta il nome di uno dei sindaci (forse uno dei migliori) che la città vuole ricordare ed i tanti nomi di coloro che hanno perso la vita per l'Italia.
Il giardino me lo ricordo sin da piccolo, quando, con ancora un brutto strato d'asfalto, era un piccolo polmone verde al centro della piccola cittadina, in quegli ormai tanto lontani anni sessanta. Era il luogo delle corse di noi bambini, tra le palme ed i cespugli di pittosforo, con i cannoni della prima guerra mondiale a fare la guardia al monumento dei caduti delle due grandi guerre.
Ricordo la lapide spaccata, segno di un'incursione aerea americana: gli aerei (alleati ma non troppo) avevano scambiato il monumento per un'installazione militare, colpevole un ragazzo che aveva acceso la sua sigaretta, quella notte, proprio accanto al monumento.
Poi la tanto discussa sistemazione degli ultimi anni, con un fastoso utilizzo di una bianca pietra marmorea che ha ricoperto il vecchio (brutto ma economico) manto d'asfalto e, per molti versi, stravolto l'aspetto di questa vecchia villa comunale, sorta sull'apice di quella collina che separa il centro di Casarano dall'antica Casaranello, posta giù, in fondo a via IV Novembre.
Recentemente, le palme non sono più le stesse: il punteruolo rosso, quel temibile insetto divoratore proveniente dall'Africa, le sta sterminando. Non ha nemici, da noi, il punteruolo. L'unico suo nemico sembrerebbe essere un uccello, ghiotto delle sue larve che riesce a scovarle tra le palme: ma è rimasto nei luoghi d'origine dell'insetto e sembra non abbia intenzione di trasferirsi da lì. "In Italia c'è la crisi", sembra abbia riferito ai giornalisti...
Qui ha trovato tutto quello che gli serve e mangia sino a scoppiare. Sotto le sue fauci sono passate le palme di tutto il Meridione d'Italia e molti hanno rinunciato a contrastarlo: non esiste veleno, non esiste cura che possa distruggerlo. Ed è solo una questione di tempo: divorerà tutte le palme e, forse, quando non ce ne saranno più, morirà di fame. O si adatterà a mangiare qualcos'altro. Se non fosse straniero, riconoscerei in lui un trasformismo che oserei definire politico / parlamentare.
Per il momento è estremamente doloroso vedere in che modo si sta riducendo il giardino pubblico di Casarano ed ancora più doloroso immaginarlo bianco e privato delle sue palme, come la testa glabra di un vecchio ormai prossimo alla morte.
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