La salute? Non ha prezzo! |
Tags/parole chiave: centrale biomasse • casarano • inquinamento • salute • rischi ambientali
Il progetto della costruzione a Casarano di una centrale per la produzione di energia elettrica da 25 MW, (denominata Heliantos 2), alimentata ad olio di girasole (biomassa), presentato dalla Società ITALGEST Energia, non risponde a nessuna esigenza della comunità, ma soltanto ad un interesse privato. Non servirà a dare occupazione, perché bastano sette-otto persone a far funzionare l'impianto, né se ne sente il bisogno dal punto di vista energetico, perché in Puglia si produce molta più energia di quella che serve (il 70% viene esportata).
Né tantomeno si tratta di energia pulita, perché l'impianto, per funzionare, ha bisogno di bruciare 5000 litri di olio all'ora. In aria, quindi, continuamente verranno riversate molte sostanze tossiche, frutto della combustione: nanoparticelle, CO2, particolato, idrocarburi policiclici aromatici, biossido d'azoto, formaldeide, acroleina, ecc. Si respirerà ogni giorno aria sporca. Non c'è filtro che tenga per questo, a smentita delle interessate rassicurazioni da parte di chi ha progettato l'impianto.
Una volta ricaduti a terra, poi, questi tossici impregneranno i terreni (con gravi danni alle colture, agli animali e della popolazione - vedi l'esempio della Copersalento a Maglie), entreranno nelle falde e nel ciclo alimentare.
Tutte queste emissioni sono altamente nocive per la salute, potendo causare gravi malattie, in primo luogo i tumori. E questo servirebbe ad aggravare una situazione già critica per il Salento, che registra un trend di preoccupante aumento della mortalità per cancro.
Il progetto prevede che parte dell'olio da bruciare nella centrale sia prodotto nel Salento (in un raggio di 70 km.). È praticamente impossibile riconvertire migliaia ettari di terreno alla coltura di girasoli, per permettere il funzionamento della centrale. Non solo, ma ci sarà bisogno di notevoli quantità di acqua e bisognerà ricorrere a ingenti quantità di pesticidi, per assicurarsi il raccolto. Che conseguenze ne verranno? Devastazione del territorio e depauperamento della falda acquifera. Per questo, esperti ed associazioni di agricoltori, agronomi, biologi hanno lanciato un allarme, per mettere in guardia contro i pericoli di simili impianti.
A questo va aggiunto che gran parte del combustibile dovrà essere importato dal Terzo Mondo, causando anche lì danni e impoverimenti alle colture ed alle popolazioni. Esistono numerosi documenti dell'ONU, della FAO, dell'UE e di autorevoli esperti che definiscono i biocarburanti e gli oli prodotti per alimentare centrali elettriche pulite un crimine contro l'umanità.
Le centrali alimentate a biomasse, del tipo di quella che si vuole impiantare a Casarano, proprio per i rischi che comportano e il bilancio del tutto negativo in termini di sostenibilità ambientale e di salute delle popolazioni, sono ormai una tecnologia obsoleta ed abbandonata in quelle parti del mondo (Nord Europa, USA), dove trent'anni fa invece se ne sosteneva la bontà.
In tanti comuni del Salento, dove pure erano (e sono) in cantiere progetti simili a quello di Casarano (vedi Lecce, innanzitutto), grazie alla mobilitazione dei cittadini, delle associazioni e degli esperti, le Pubbliche Amministrazioni hanno bocciato i progetti, giustamente ritenendoli controproducenti per lo sviluppo del territorio (danni all'agricoltura, ricadute negative sul turismo) e per la salute dei cittadini. L'unico motivo per cui questi impianti vengono proposti è che, grazie ad essi, al di fuori di qualsiasi reale necessità e di corretti programmi energetici, si possono trarre ingenti profitti, incassando decine di milioni di euro ogni anno grazie ai certificati verdi.
Se Casarano dirà NO, bloccherà tante altre centrali progettate in provincia. Il suo sì favorirà, invece, l'approvazione di queste, con danni rilevanti per il territorio ed il destino delle popolazioni che vi abitano.
Chiediamo ai Cittadini, alle Associazioni, agli Amministratori, alla luce di tali considerazioni, di manifestare un corale dissenso verso la centrale! Ed alla Società Italgest chiediamo un gesto di responsabilità, ossia quello di ritirare il progetto.
Coordinamento Comitati Territoriali per la Difesa dell'Ambiente e della Salute - Casarano
Data pubblicazione: 17/05/2010 (10:44)
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