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Casarano tossica

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Casarano tossica

incendio a casarano

Il giorno dopo la pubblica assemblea è difficile trarre conclusioni ed ipotizzare azioni.

Ma mentre si diffondeva la notizia che il sottosuolo cittadino serbava veleni di ogni tipo, in questi ultimi quattro o cinque giorni, ho provato a chiedere in giro per sentire come la notizia stava prendendo l'animo dei miei concittadini.

Tra tutte le piccole interviste fatte ad amici e conoscenti, con risposte alcune fataliste ed altre un po` meno, una mi ha lasciato molto, molto perplesso.

"Sono tutte chiacchiere" ha risposto la persona di cui ho voluto conoscere il pensiero. "Sono anni che a Casarano si inquina e nessuno ha mai mosso un dito". Mi ha citato vari esempi, tra cui quello che io ho ribattezzato il "falò del pellame".

incendio a casarano

Pare che in tempi non sospetti, quando a Casarano l'industria calzatueriera ancora tirava, era pratica comune, da parte dei fabbricanti, incenerire i resti della pelle non utilizzata; si trattava di ritagli di pelle, stoffa o gomma. Addirittura, un'area ben precisa era un continuo "focolaio". A niente valevano le lamentele di coloro che abitavano nei pressi del terreno; pare che, lamentatisi con chi di dovere, abbiano avuto la risposta che "il suolo è del proprietario e può farci ciò che vuole". Ma spesso il proprietario veniva anche scusato con il fatto che "tantu taje fatica" (cioè "da` lavoro"...). E siamo alle solite: si scambia la salute con il lavoro... Che ora non c'è più: ma il problema è che, adesso, comincia a mancare anche la salute!

incendio a casarano

Tanto per capirci, incenerire i pellami non è cosa da poco. Tra i materiali usati per la concia delle pelli c'era (e forse, ancora, c'è) il cromo esavalente (si veda la concia al cromo su wikipedia). Il cromo esavalente è una sostanza importante per la concia delle pelli ma è estremamente pericolosa e va usata con estrema cautela ed in dosi molto contenute. Le pelli, bruciando, liberano il cromo utilizzato che viene assorbito dal terreno e, da qui, può finire in falda.

E poi cosa dire, a proposito di incendi, dello strano incendio del depuratore di Casarano dell'agosto del 2011? Bruciò per giorni eppure... ci doveva essere solo il residuo (depurato) delle acque reflue, bianche e nere, di Casarano e invece... Bruciò per giorni con grave disagio per la popolazione, che ne respirò, abbondantemente, i fumi.

Cosa bruciò in Contrada Vora ad agosto del 2011? Nessuno dei cittadini, probabilmente, lo ha mai saputo.

Ora viene fuori questa notizia: a tre o quattro chilometri da Casarano, forse in due località (Falcuccia e Cave Mulino) sono seppelliti quantitativi immani di rifiuti tossici e su una eventuale, ipotetica, mappa i luoghi usati quali discarica abusiva potrebbero essere anche molti di più.

Ora mi chiedo e vi chiedo: possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla? È possibile che queste notizie vengano diffuse solo ora? Se questi suoli "contaminati" esistono veramente, non hanno un proprietario? E se, come penso, ce l'hanno è possibile che costui si sia fatto seppellire nel proprio terreno dell'immondizia senza lamentarsi di nulla?

Ai posteri l'ardua sentenza...


Documento scritto e/o curato da Franco
Data pubblicazione: 11/11/2013 (15:20)
Ultimo aggiornamento: 22/11/2017 (10:16)


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