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La natura assediata

Tags/parole chiave: incendiincendi estiviincendio del garganogargano

A ferro e Fuoco

Un tempo gli assedi si stringevano intorno alle città che, come si diceva, venivano messe a ferro e fuoco... Oggi le strategie militari sono mutate: questi eventi bellici non esistono più e gli assedi sono un lontano ricordo del medioevo.

Tuttavia, è la Natura ad essere in assedio: il ferro è quello delle lamiere delle automobili, con i loro micidiali gas di scarico ed il fuoco è quello degli incendi che, colpevoli l'incuria, le alte temperature estive e l'idiozia della gente, scoppiano sempre più di frequente, di fronte all'impotenza di coloro che devono scongiurarli o, almeno, porvi riparo.

L'idiozia della gente...

Ricordo una giornata d'estate di alcuni anni fa; ero al mare, in quel di Riva di Ugento e, precisamente, lungo la costa protetta da bassi alberi di Pino d'Aleppo che fornivano un provvidenziale riparo alle vetture dai raggi diretti del sole. Il parcheggio era libero e si soleva partire la mattina presto per conquistare un posto all'ombra del primo pino in gradi di offrirla.

Si era in acqua, godendo del meritato bagno ristoratore quando, all'improvviso, un nuvola di fumo si leva dal luogo dove si era lasciata la macchina. Non ci volle molto a realizzare che la pinetina stava bruciando. Immediatamente, raccolte le poche cose disseminate sulla sabbia, fuggimmo a spostar la macchina che, fortunatamente, era ancora distante dalle fiamme.

Come noi, altri villeggianti levavano le tende; tra di essi -non lo dimenticherò mai- una stupidissima donna che, ridendo, usciva dalla pineta sospingendo, avanti a sé, un barbecue ancora acceso! No, non voglio dire che sia stata lei a fare il danno, ma probabilmente qualcun altro come lei, certamente più stupido e meno fortunato! E, a distanza di diversi anni, ancora mi chiedo cosa ci fosse da ridere...

Gli incendi del Gargano

Non v'è dubbio: bisogna tutelare il posto in cui si vive, sorvegliarlo, custodirlo. Specialmente se quel luogo, per le sue caratteristiche, dà da vivere ai propri abitanti, come succede per il Gargano.

Qui la sua natura, i suoi boschi, le sue coste danno vita ad un'intensa attività turistica: solo perché è il pane dei suoi abitanti, essi avrebbero dovuto sorvegliare, custodire ed essere gelosi delle ricchezze naturali che Cielo aveva dato loro... Ed invece no! Nessuno ha controllato, nessuno si è preoccupato, prima! Ora il Gargano è andato in fumo o, almeno spero, una parte di esso. Tuttavia, in questi ultimi giorni, l'unico rimpianto sembrano essere non la Natura violata, oserei dire stuprata, ma, ohimè, le disdette dei turisti!

E che cosa vorreste che venissero a fare i turisti sul Gargano dopo gli incendi? Fare il bagno e distendersi a prendere il sole sulla cenere?

A proposito di cenere, c'è qualcuno che potrebbe dire a chi fuma in macchina che le cicche bisogna metterle nel posacenere e non buttarle via dal finestrino?

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Data pubblicazione: 12/08/2007 (10:31)
Ultimo aggiornamento: 22/11/2017 (15:48)


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