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Obsolescenza informatica

Tags/parole chiave: obsolescenzasistemi proprietarilinuxconsumismosostituzione pc

Ciò che acquistiamo oggi non servirà domani

rifiuti in un angolo di paese

Prima dell'avvento dell'informatica personale era raro parlare di obsolescenza; l'obsolescenza -in senso stretto- è un processo per cui uno strumento di lavoro -personale o aziendale che sia- diventa vecchio non a causa dell'usura, quanto per la disponibilità sul mercato di strumenti simili ma con caratteristiche migliori.

E così, un'automobile o una semplice calcolatrice da scrivania raramente diventeranno obsolete: sarà più facile per loro diventar vecchie, ma non per questo meno utilizzabili.

Con gli strumenti dell'informatica personale le cose cambiano: gli strumenti non diventano vecchi o si guastano e, siccome irreparabili, non sono più utilizzabili. Al contrario, diventano semplicemente obsoleti e, per tanto, pur ancora utilizzabili, sostituiti con altri più nuovi.

A livello fiscale

Fiscalmente parlando, un computer è un bene durevole e, come tale, va sottoposto ad ammortamento; secondo le procedure di ammortamento, il costo -sostenuto il primo anno- deve essere equamente ripartito nel corso dei cinque anni successivi. Al termine dei quali può essere scaricato dai cespiti aziendali mediante una fattura, anche di basso importo, come se fosse venduto.

Il fisco non considera che, un personal computer di cinque anni, per i diffusi sistemi operativi commerciali, è obsoleto ed inutilizzabile: cinque anni, in termini di informatica sono un periodo lunghissimo, una vera era geologica! Sostituirlo prima significa autofatturarsi l'importo non ancora ammortizzato...

Il paradosso

Il paradosso della moderna informatica personale basata su sistemi operativi proprietari è che un bene -il computer- diventa vecchio quando è ancora utilizzabile solo perché qualcuno crea un sistema operativo nuovo che non può più funzionare su computer con qualche anno sulle spalle: questo modo di pensare estremamente consumistico è dannoso, oltre che per i bilanci di famiglie ed aziende, anche per l'ambiente a causa delle tonnellate di rifiuti che provoca!

Questo concetto è stato ripreso in maniera esemplare da un documento (in inglese) sul sito ecogeek.org dal titolo:

  • Linux previene l'obsolescenza: potrebbe ridurre milioni di tonnellate di rifiuti informatici ogni anno

Inutile dire sulla dannosità di tali rifiuti: schermi e circuiti contengono quantità indesiderate di materiali dannosi (primo fra tutti il piombo) oltre a plastiche difficilmente smaltibili. La loro quantità cresce in maniera spropositata e, come poc'anzi detto, si tratta spesso di oggetti che sono, ancora, perfettamente funzionanti!

Tra i passi più importanti dell'articolo -che invitiamo a leggere anche se in inglese-, possiamo elencare:

  • Uno studio portato a termine in Gran Bretagna valuta la necessità di cambio dei computer provvisti di Linux in un periodo di 6 o, addirittura, 8 anni: il doppio del tempo rispetto ai sistemi commerciali più diffusi; pertanto un mondo che usa Linux produce solo la metà dei rifiuti informatici attuali!
  • Una migrazione di massa al sistema del Pinguino impedirebbe che milioni di tonnellate di computer finiscano in discarica; per ogni computer non depositato al cassonetto verrebbero risparmiati ben 240 Kg di combustibile fossile e -si stima- oltre 17 milioni di computer non diverrebbero obsoleti ogni anno. Linux, in questo modo, permetterebbe al mondo un futuro più pulito!
  • Molte versioni di Linux possono funzionare su vecchi sistemi Pentium di prima generazione e, addirittura sui 486! Secondo l'articolo: Linux è il sistema più verde da far girare sui computer di casa.

Ma perché nessuno se ne rende conto?

La domanda -diversa ma equipollente- potrebbe porsi: Perché i sistemi proprietari diventano sempre più pesanti da richiedere un cambio di hardware?

Semplice: perché conviene ai produttori di hardware, a chi vende i computer ed a coloro che producono e vendono software proprietario! Costringendo la gente a cambiare computer senza un reale bisogno si crea maggiore domanda e, quindi, si incrementano le vendite.

Il consumatore informatico diventa, così, sempre di più un pollo da spennare o, più elegantemente, un animale sacrificale sull'altare del consumismo...

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Data pubblicazione: 26/08/2007 (11:45)
Ultimo aggiornamento: 22/11/2017 (15:45)


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