Nella nostra bella Regione Madre Natura tanti alberi un giorno posò, E venne lo sviluppo politico-economico che spiantò gli ulivi, che sostituirono le foreste, che Madre Natura lì posò... |
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Ulivi: solo un ricordo? |
Tags/parole chiave: ulivi • monumenti • natura • regione puglia • salento
Un comunicato stampa del Consiglio regionale del 30/11/2011 recita:
Ulivi, Cassano: ristabilita equità tra diritti cittadini e tutela territorio.
Il vicecapogruppo PdL Massimo Cassano ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Con il via libera all'unanimità - da parte della V Commissione Ambiente e Territorio, in linea con le necessità espresse dal presidente Donato Pentassuglia - alla mia proposta di “Modifica e integrazione della legge regionale di tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”, finalmente è stata ristabilita quella necessaria equità tra i diritti dei cittadini e il dovere di salvaguardare il paesaggio e le caratteristiche naturali del nostro territorio.
Equità fondamentale affinché la tutela degli ulivi monumentali possa diventare un'opportunità e non un impedimento allo sviluppo economico, turistico e infrastrutturale ignorando legittime istanze di sviluppo del tessuto sociale.
Per questo non posso che ritenermi soddisfatto dopo il passaggio in Commissione di norme che hanno l'unico fine di migliorare l'efficienza dell'istruttoria e burocratizzare la tempistica delle procedure in materia, con il limite fissato a 90 giorni entro cui la commissione competente dovrà fornire il parere richiesto dall'ente o dal privato per procedere all'espianto e allo spostamento degli alberi.
Tutti gli ulivi dovrebbero essere salvaguardati – e non solo quindi quelli monumentali - ma in un'ottica che non soffochi di fatto le aspettative dei cittadini, che devono essere sempre poste nel gradino più alto dell'azione amministrativa”.
Torniamo un pochino indietro negli anni e fermiamoci al 4 giugno 2007 quando la Regione Puglia emanò la Legge n. 14; ebbene i primi due articoli della Legge citano:
TITOLO I FINALITÀ E DEFINIZIONI
Ebbene si: la Regione Puglia tutela gli alberi d'Ulivo secolari e, per questo, li dichiara "monumentali" anche se isolati.
Chi stabilisce la monumentalità dell'albero? A farlo è sempre la stessa legge, nell'articolo 2, in base alla dimensione e/o alla forma del tronco oppure dal valore storico; inoltre, un albero è salvo se cresciuto in uno dei posti di interesse storico-artistico soggetti a vincolo archeologico.
Ora a minacciare questo equilibrio conquistato dalla natura da millenni ci hanno pensato i politici, dove, secondo il loro parere, va bene la tutela del territorio ma se questo può ostacolarne lo "sviluppo economico e turistico" è sufficiente una richiesta ed entro 90 giorni la commissione addetta al controllo e all'esame può decidere se tagliare o meno il povero albero, anche se ha sulle sue spalle qualche centinaio d'anni.
Con questa incredibile decisione legislativa, volta a proteggere un inesistente quanto inconsistente "sviluppo economico" fatto -probabilmente- di pannelli fotovoltaici o di altri incredibili presidi economici, si pone la parola fine alla ricchezza più grande della nostra regione, quella "ricchezza" che ti accoglie quando, dai (pochi) lenti treni che corrono sui binari pugliesi ti senti a casa scorgendo dal finestrino il verde famigliare delle chiome degli ulivi.
Ulivi che è quasi banale chiamare semplicemente "alberi"; sono lì da centinaia d'anni, piantati da eserciti di contadini resi letteralmente schiavi dal lavoro nei campi, su quei terreni pietrosi occupati, un tempo da foreste, leccete e macchia mediterranea, di cui oggi non resta quasi più traccia.
Ma chiediamoci cosa successe alle foreste della nostra provincia. Furono, anche loro, sacrificate in onore del progresso agricolo, per piantarvi alberi di olivo o per ottenere il carbone necessario alle attività produttive... O il legno per le botti, se vogliamo.
Corsi e ricorsi storici: in un tempo -forse- non troppo lontano, abbiamo distrutto i boschi per piantarvi oliveti e vigneti, provocando una diminuzione delle precipitazioni ed inaridendo ancora di più una già siticulosa regione; oggi distruggiamo gli uliveti per piantarvi i pannelli fotovoltaici e, tra vent'anni, scopriremo che dovremo anche smaltirli adeguatamente trovandolo, forse, troppo costoso per farlo.
Se vi chiedete, a quel punto, cosa succederà, ve lo dico io: qualcuno lascerà i pannelli ormai inutili, là dove un tempo c'erano le querce che furono sostituite dagli ulivi secolari che furono espiantati per far posto ad uno sviluppo economico che non venne mai perché la desertificazione scacciò gli uomini, i politici e la loro incompetenza.
Che Dio ci perdoni ed abbia pietà dei vostri figli!
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