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Lasciamo Slackware

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Siamo chiari: la lasciamo solo per provare Cent OS!

centos logoE probabile che non si possa dare un valore a qualcosa se non si prova dell'altro; nel campo del software libero il cambiare un software o una distribuzione o soltanto provare qualcosa di diverso è una realtà -o un'esigenza- scritta nello stesso sorgente dei programmi.

E così, pur rimanendo fedeli alla distribuzione Linux Slackware, abbiamo deciso di provare e mettere in produzione un sistema Linux basato sulla Community Enterprise Operative System: per gli amici Cent OS.

Basata su Red Hat

Molti si chiederanno: che bisogno c'era di un'altra distribuzione basata (anzi, pressoché identica) su Red Hat quando la stessa Red Hat mette a disposizione gratuitamente il progetto Fedora? La risposta viene da sola se consideriamo che spesso Fedora si dimostra alquanto acerba per i sistemi server di produzione ed è facile vedere un amministratore di sistema storcere il naso al solo sentirne parlare. Mentre il progetto padre (Red Hat Enterprise Linux) è un progetto commerciale a tutti gli effetti, pur mantenendo gran parte del suo codice open source.

Con queste premesse e con il desiderio di usufruire di una versione totalmente gratuita ma basata su un sorgente affidabile e stabile (al pari di RHEL) è nata Cent OS; è facile trovarla su molti server Linux in Internet e questa sua popolarità ci ha spinto ad utilizzarla come sistema di backup on line del circuito.

Scaricata col torrent

Abbiamo scaricato le immagini ISO (ben sei CD o un solo DVD) utilizzando il file torrent messo a disposizione sul sito internet della distribuzione; per scaricarlo abbiamo usato il solito client Ktorrent, nativo dell'ambiente KDE della nostra Slackware; le sei ISO sono state masterizzate su altrettanti CD usando K3B. Il download è proceduto senza intoppi per tutta la mattinata alla massima velocità garantita dalla linea ADSL (circa 4 Mb/s), a parte un tizio cinese che si era messo d'impegno a sollecitare il nostro firewall...

Il sistema designato per installazione è un Pentium III Celeron a 366 Mhz, un HP di una decina di anni fa, sul quale è stato installato un HD da 40 Gb. Al contrario della Slackware, l'installazione prevede un partizionamento automatico al termine del quale è possibile fare delle modifiche. Non è possibile creare manualmente una partizione di Swap. In generale l'installazione è abbastanza veloce; tuttavia, la parte più noiosa resta la scelta dei pacchetti da installare, da fare rigorosamente a mano per limitare il quantitativo di software installato. Alla fine, comunque, ai pacchetti scelti da noi sono stati aggiunti quelli necessari per soddisfare le dipendenze: il minimo che siamo riusciti ad installare è stato un giga e duecento di software per avere un server di rete con webserver ma privo di interfaccia grafica. Ritengo si possa fare meglio, magari disinstallando successivamente i pacchetti.

Dell'installazione di Slackware abbiamo -certamente- rimpianto la possibilità di modificare in fase di installazione qualsiasi parametro.

Tanti servizi inutili

Alla fine il sistema è partito, configurando correttamente le -poche- periferiche installate. Ma la sorpresa è stata la grande quantità di servizi attivati, di cui non c'è traccia sulla Slackware: si tratta di software che, comunque, rallenta la partenza e ruba memoria alle applicazioni principali. Ecco la lista dei servizi che abbiamo immediatamente disabilitato senza pregiudicare il funzionamento della macchina:

  • avahi-daemon
  • bluetooth
  • hidd
  • cpuspeed
  • irqbalance
  • isdn
  • lm-sensors
  • mcstrans
  • mdmonitor
  • settroublesoot

Per fermarli, nel caso fossero attivi, Cent OS usa il comando service. Ecco il comando da dare in console:

# service bluetooth stop

Mentre per evitare che il servizio sia attivato alla partenza della macchina si deve usare il comando chkconfig:

# chkconfig bluetooth off

Tra i servizi fermati c'è anche il firewall, gestito mediante il consueto iptables: abbiamo trovato la sua gestione piuttosto complicata e poco amichevole e, per questo motivo, si è preferito sostituirlo con il solito script blinda-server che usiamo da diversi anni senza sorprese.

Impressioni

L'ultima Red Hat che abbiamo installato era la 7.3 e se non ci fosse stata la necessità di avvicinarci a CentOS probabilmente saremmo rimasti fermi a quella versione. Considerando che amministriamo i sistemi prevalentemente da riga di comando, rispetto a Slackware, Cent OS sembra inutilmente complicata e troppo automatizzata per avere un controllo totale sul software installato.

Tuttavia, la possibilità di poter avere repository di tutto il software disponibile per questa distribuzione e l'esistenza di comandi come YUM per l'installazione automatica dei pacchetti che servono, diventano un valido motivo per molti utenti ad utilizzarla con piacere, anche perché l'installazione manuale di un pacchetto mediante RPM spesso si rivela estremamente frustrante...

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Documento scritto e/o curato da Franco
Data pubblicazione: 21/04/2009 (18:34)
Ultimo aggiornamento: 05/12/2017 (15:09)


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