mkisofs non riesce a gestire file più grandi di 2 Giga, che fare? Ecco a voi la soluzione! |
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Masterizzare files grandi |
Tags/parole chiave: linux • masterizzare • mkisofs
Il processo di masterizzazione, cioè la registrazione su supporto ottico (CD e DVD) di file è sempre stato un problema, mascherato da finta semplicità mediante l'uso di software che, nel corso degli anni sono diventati sempre più complessi.
Recentemente ho creato una macchina virtuale per il mio VirtualBox; con l'idea di farne un backup dopo la configurazione, ho pensato di creare un disco virtuale delle dimensioni di un DVD (poco più di 4 giga, in verità).
Finita la configurazione, spengo la macchina virtuale ed avvio il buon K3B, un software di front-end che permette di usare, con facilità, il pacchetto dei CDR Tools fornito quasi in tutte le distribuzioni di Linux; tra i programmi del pacchetto c'è pure mkisofs, un software che ha il compito di trasformare i file del disco in una valida immagine ISO compatibile con gli standard previsti per i supporti ottici.
E proprio qui, la tremenda sorpresa: mkisofs non riesce a gestire file più grandi di 2 Giga! La cosa parrebbe pure normale (uso un Linux a 32 bit, dove il limite è proprio di 2 elevato 32-1 bytes: 2.147.483.648) ma la cosa più anomala è che, seppur riuscissi a masterizzarli, potrei avere problemi di lettura e, quindi, addio backup di sicurezza!
Scarto, quindi, l'ipotesi di "forzare" in qualche modo mkisofs e mi oriento su una soluzione alternativa che mi permetta di avere dei file più piccoli che possano essere masterizzati senza incorrere nel limite dei 2Gb e, nello stesso tempo mi permettano di ricostruire il file di partenza del disco della VirtualBox.
Linux ha già pronto un piccolo software per risolvere il problema: si chiama "split" e, come dice il suo stesso nome, serve a dividere i file in pezzi uguali (tranne l'ultimo pezzo le cui dimensioni si calcolano per differenza).
Il comando, applicato al mio disco virtuale ha la seguente sintassi:
split --bytes=1024m vb_disk.vdi vb_dsk_vdi__
dove "--bytes" indica il numero di unità (specificato dalla lettera dopo il numero: nel mio caso "m", megabytes) che costituiranno il "pezzo", il parametro successivo è il grosso file del disco virtuale da dividere e, infine, l'ultimo parametro è la base del nome che i vari pezzi avranno; ai vari pezzi sarà aggiunto un "contatore" che farà diventare questa base del nome:
vb_dsk_vdi__aa
vb_dsk_vdi__ab
vb_dsk_vdi__ac
etc, etc
Con questo sistema, il file del disco virtuale da 4 Gb diventa un gruppo di 5 files, di cui 4 da 1 Gb ed un ultimo, piccolo, di pochissimi mega.
Facile, no?
Ora che abbiamo superato il limite per i file grossi, vediamo come rimettere a posto le cose e tornare ad utilizzare, con la virtualbox, il disco della macchina virtuale.
Prima di tutto, per sicurezza, calcoliamo il checksun MD% sia del file di partenza che dei singoli pezzi, in modo da verificare, dopo il processo di masterizzazione, che i file salvati non siano, per qualche motivo, diversi dagli originali.
Per ripristinare il file, usiamo il seguente comando:
cat /mnt/cd/vb_dsk_vdi__* > vb_disk.vdi
A questo punto possiamo ricalcolare il checksum MD5 del file nuovamente riassemblato e verificare che sia identico a quello di partenza.
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