Nuovo Museo di Ugento |
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Dopo una lunga attesa è diventato finalmente fruibile il nuovo museo civico archeologico di Ugento.
Situato nel centro storico dell'antica cittadina messapica è ospitato nel complesso conventuale di Santa Maria della Pietà, con l'ingresso posto in via della Zecca. L'edificio, nel corso dei lavori, è stato completamente ristrutturato: l'antico chiostro del convento è stato ripavimentato e coperto da un tetto in plexiglass che lo rende immune dai capricci del tempo; al centro del chiostro, in esposizione, i grossi blocchi di calcarenite della famosa “Tomba dell'Atleta”, un sepolcro ritrovato all'inizio degli anni '70 nella locale Via Salentina, che conteneva diverse inumazioni e relativi corredi, tra cui alcuni oggetti in uso presso gli atleti di epoca magno-greca, da cui gli archeologi hanno tratto il nome.
Gli ambienti, i corridoi ed il chiostro fanno parte di un'area espositiva di ben 2.500 metri quadrati, in cui è possibile ammirare un incredibile spaccato della vita a Ugento nel corso degli ultimi 2700 anni, con ricostruzioni, pannelli informativi e incredibili reperti tratti dalle tante aree di necropoli scoperte, spesso fortuitamente, durante i lavori di scavo per la costruzione di abitazioni o per la realizzazione di opere pubbliche.
In una delle sale del pian terreno (la prima, ipotizzando l'inizio della visita in senso antiorario tra le sale che si affacciano al chiostro), è possibile vedere il plastico di quello che doveva essere l'antico centro messapico di Ozan: una vasta area, cinta da possenti mura che proteggevano più nuclei abitati, separati l'uno dall'altro da campi coltivati. In altura, e ben distinta nel plastico, la zona dell'acropoli (attualmente corrispondente all'area del castello, della cattedrale e parte di via messapica) dove, tra l'altro, era la residenza delle famiglie dominanti. Questa stanza è impreziosita da un imponente affresco seicentesco raffigurante l'ultima cena anche se, dagli strati sottostanti, riemergono altre incomplete raffigurazioni di vicende narrate nella Bibbia.
La visita prosegue con la sala del diorama di uno strano ritrovamento: uno scheletro di un uomo sui 40 anni, ritrovato riverso per terra e con un braccio dietro la schiena, in modo del tutto innaturale. Gli archeologi hanno etichettato l'evento come “delittuoso” associando all'uomo, ritrovato privo del consueto corredo funerario, un probabile “omicidio con occultamento di cadavere”.
Importante la raccolta dei bronzi, la cui fattura richiama moltissimo i manufatti greci cui si ispirarono, tra gli altri, anche gli Etruschi. Ritrovamenti veramente fortuiti, visto che, nel corso dei secoli, il materiale bronzeo trovato veniva costantemente rifuso e riutilizzato sotto altre forme. Fa bella mostra di se un tripode con piedi felini che aveva un valore, per l'epoca, di ben 12 buoi, come spiegato da uno dei tanti pannelli informativi.
La raccolta della ceramica, poi, è eccezionale: spazia dai corredi funebri, costituiti sia dai ricchi crateri di provenienza greca, sia dalle particolari “trozzelle”, simbolo della Messapia o dai semplici vasi di uso quotidiano. Particolari le raccolte degli ex voto ritrovati nei luoghi di culto delle divinità di Demetra e Artemide.
La raccolta ugentina prosegue al primo piano del palazzo, dove è possibile ammirare una raccolta di pesi da telaio, del vasellame mercantile (anfore recuperate dai relitti delle navi che solcavano il mare di Ugento prima della nascita di Cristo) e monete di un ampio periodo (tra il V secolo a.C. ed il XI secolo d.C.), provenienti dal molte delle città della Magna Grecia ed accumulate qui a riprova dei tanti traffici che Ugento, insieme al suo porto, teneva con il mondo allora conosciuto.
In fondo al corridoio il posto d'onore è per lui, Zis Batas (ovvero lo Zeus saettante della cultura Messapica), o meglio, per la sua riproduzione.
La statua dello Zeus di Ugento (detto anche Zeus Stilita, visto che è stato ritrovato su un capitello decorato da rosette), rinvenuta per caso nel dicembre del 1961 durante i lavori per la sistemazione di una veranda di una abitazione sita a pochi isolati dal museo, nei pressi del complesso scolastico elementare, è un manufatto bronzeo dell'altezza di circa un metro, databile intorno al 530 a.C. e realizzato in una fonderia di Taranto secondo le migliori tecniche del tempo, seguendo uno stile che da alla statua caratteristiche del tutto originali. Probabilmente a causa delle cruente guerre tra i Tarantini ed i Messapi (che ebbero termine intorno al 475 a.C. con la vittoria di questi ultimi, come raccontato da Erodoto) la statua fu occultata, quasi a simboleggiare il rifiuto per tutto ciò che poteva ricordare l'eterno nemico. Per una volta una guerra è stata complice di uno dei più importanti ritrovamenti archeologici del Salento! Dopo il suo ritrovamento ed i complessi restauri, la statua fu consegnata al museo archeologico di Taranto e lì è tuttora conservata.
Ora i tempi per il ritorno dello Zeus nella sua patria sono maturi ed il completamento del museo ugentino lascia ben sperare in questo senso, in modo che i visitatori possano godere della vista dell'originale e non della copia.
Questo è solo un rapido escursus di quello che è possibile vedere nel museo della bella cittadina di Ugento, la più grande dell'antica Messapia: un museo vasto, moderno ed affascinante, dove non bastano due ore per visitarlo attentamente, cercando di immaginare come poteva essere la vita nel Salento in quel periodo prima della venuta dei romani. Per l'estate 2011, il museo è visitabile tutti i giorni: la mattina, dalle 10 alle 12 ed il pomeriggio dalle 17 alle 21. Il costo è di appena 3 euro con possibilità di ridotto.
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