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Giornate del Patrimonio

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Italia: un grande patrimonio da scoprire

giornate europee del patrimonioIl nostro Paese è, senza alcun dubbio, il più ricco di opere d'arte e di storia. Non esiste un suo angolo dove anche le pietre, se potessero parlare, avrebbero tanto da raccontare.

Purtroppo, a questa ricchezza, fa da contraltare la difficoltà di fruire di questo enorme patrimonio artistico. Ecco che, in aiuto, arrivano iniziative come le Giornate Europee del Patrimonio che permettono di visitare gratuitamente siti archeologici, musei, castelli.

Questo, per noi che amiamo la nostra Terra, è un evento che non desideriamo assolutamente perdere! Eccoci, quindi, a scegliere due mete per il nostro fine settimana: gli Scavi di Egnazia e il Castello di Copertino.

Egnazia, antico porto mediterraneo

Raggiungere Egnazia partendo da Casarano non è poca strada: si tratta di attraversare, per tutta la sua lunghezza, quella che fu l'antica Terra di Messapia! Egnazia, infatti, era collocata proprio sul confine tra la Messapia e la Peucezia. Ed oggi come allora siamo proprio al confine tra le province di Brindisi e Bari.

egnazia le mura messapiche

La comoda superstrada, moderno succedaneo dell'antica via Traiana su cui Egnazia sorgeva, ci porta proprio alle porte di Fasano e, da qui, proseguiamo verso il mare. Ci lasciamo alle spalle Savelletri -frazione marittima di Fasano- e, puntando verso nord, giungiamo dopo qualche minuto proprio sotto i resti delle antiche mura.

Sono appena le 9,30 ma gli operatori del museo sono in pieno fermento: sono cortesi e gentili e pronti a guidarci nella visita dell'antica città; ci si rende conto subito che la nostra guida, oltre al titolo di studio, vanta dalla sua anche una grande passione per i Messapi e la loro, purtroppo poco nota, civiltà.

In questo mare venivo da piccolo a fare i bagni... -confessa- Lasciavo i miei genitori sulla spiaggia e correvo qui, a contemplare queste fantastiche rovine! Fantastiche... Ed è proprio questo l'aggettivo che questi antichi resti meritano.

Egnazia, sorta come piccolo agglomerato capannicolo intorno al XVI secolo a.C. fu una delle prime città pugliesi a subire le invasioni delle tribù illiriche degli Japigi che sbarcarono qui intorno al XI secolo a.C. Da allora il territorio fu abitato ininterrottamente sino al X secolo d.C. quando, eventi naturali e bellici ne decretarono l'abbandono. E questi ventisei secoli di storia sono tutti qui, sotto i nostri piedi!

Ci separiamo dalla nostra guida a mezzogiorno, sazi di tutte le spiegazioni che abbiamo ricevuto e di ciò che abbiamo potuto vedere: quasi una piccola Pompei a un centinaio di chilometri da casa!

Il Castello di Copertino

Come riportato sulla storia ufficiale, il casale di Copertino nasce dai profughi di alcuni casali vicini distrutti durante una delle tante incursioni saracene alcuni secoli prima dell'anno mille.

copertino il castello

Copertino conserverà l'appellativo di casale -vale a dire città non fortificata- sino al 1200, quando fu data in feudo da Carlo d'Angiò a Guido e Filippo de Pratis. Seguirono la costruzione delle mura e del primo nucleo del fortilizio. Tuttavia, il periodo migliore, che porterà Copertino al massimo splendore si avrà qualche secolo dopo con il matrimonio tra Caterina Orsini del Balzo e Tristano Chiaromonte: da questa unione, infatti, sarebbe nata Isabella che, nel 1444 avrebbe sposato Ferdinando d'Aragona divenendo Regina di Napoli. Il castello, così come lo vediamo oggi fu costruito intorno al 1540 dall'architetto Evangelista Menga.

Il castello divenne, quindi, uno dei più importanti manieri del Salento: non potevamo non cogliere una così bella occasione: visitarlo nelle giornate europee del patrimonio!

L'apertura al pubblico era alle 8,30 del mattino: eccoci quindi a varcare la soglia pochi minuti dopo. Sorprendiamo uno dei custodi che, certamente, non si aspettava qualcuno così presto e di domenica. Tuttavia, nascondendo bene la sorpresa, alla nostra richiesta prepara subito i biglietti gratuiti.

Qualche minuto che accendiamo il percorso... -ci informa- intanto, se volete, potete leggere i cartelli di informazioni che sono nell'ingresso...

Che vuol dire i cartelli che sono all'ingresso? Ci chiediamo guardandoci in volto. Uscito dall'ufficio, sentiamo gridare: "Rafé, duma e luci ca 'nce visite!" Che, tradotto, vuol dire: "Raffaele, accendi le luci che ci sono visite..." Ritorna da noi dopo qualche minuto e ci informa che il percorso è il solo pianterreno e che bisogna seguire l'illuminazione...

Un immenso castello...

Effettivamente, il castello è immenso: ampie sale si susseguono agli ambienti ricavati nei bastioni; le mura sono enormi: nel loro spessore un moderno architetto avrebbe ricavato ottime unità abitative! L'insonorizzazione è eccellente: non c'è nessun riverbero e nessun rumore proviene dall'esterno. Strette feritoie, disposte strategicamente, permettono di controllare con facilità il perimetro esterno, segnato dal profondo fossato.

Facciamo rapidamente il giro del piano: i cartelli, purtroppo, sono solo all'ingresso e non ci sono informazioni né sulla destinazione degli ambienti che attraversiamo né sul restauro che ha interessato il maniero. Solo nella piazza d'armi qualche pannello ci informa che, a tratti, le opere murarie del preesistente fortilizio spuntano tra le opere dei secoli successivi... Ma è ben poca cosa rispetto a quello che ci aspettavamo!

Al termine del percorso, quasi all'uscita, notiamo una cappelletta affrescata, chiaramente l'ambiente più bello, ma chiuso al pubblico mediante un elegante filo sotteso tra due sostegni: è la cappella di San Marco ricavata nella cortina muraria intorno al 1600 e destinata ai sarcofaghi funerari di Uberto e Stefano Squarciafico; è completamente affrescata da Gianserio Strafella Ci affacciamo alle due porte, una è sulla piazza d'armi e l'altra nell'atrio di ingresso, per godere delle sue opere...

All'uscita gridiamo un saluto agli addetti, in modo da avvisarli che abbiamo finito il nostro giro; Rafè ci fa un cenno con la testa, immerso nella lettura del suo giornale...

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Data pubblicazione: 30/09/2007 (20:59)
Ultimo aggiornamento: 22/11/2017 (15:58)


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