Visita al Parco Archeologico di Parabita, tra flora e storia, con una guida d'eccezione.
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Il giardino delle Veneri

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Visita al giardino delle Veneri!

visita al parco archeologico parabita

Abbiamo già avuto modo di parlare del Parco Archeologico di Parabita e, visto che nella nostra precedente visita l'avevamo trovato chiuso, abbiamo deciso di ritornarci approfittando della Settimana della Cultura, indetta a livello nazionale dal Ministero dei Beni Culturali, e grazie anche ad una guida veramente d'eccezione: il Sig. Aldo D'Antico.

Abbiamo avuto modo di conoscere il Sig. D'Antico nell'Archivio Storico Parabitano che ha sede nell'ottocentesco palazzo Ferrari a Parabita; un appassionato studioso di storia patria come pochi, in grado di far scaturire interesse ed attenzione in chiunque con il proprio modo di spiegare, di rendere partecipi gli altri alle proprie scoperte, ai propri pensieri.

pianta di acanto

E così, dopo il deludente preludio di quella mattina di Ottobre dell'anno scorso, eccoci di nuovo al parco, in compagnia di altri come noi, curiosi di scoprire ciò che il Cirlicì aveva in serbo.

E così veniamo a scoprire che il luogo deve ai Basiliani, gli antichi monaci orientali, il proprio nome, derivato dal fatto che in una grotta qui vicino era raffigurato il Signore (Chiriacos, in greco) e che quel nome un po' lontano dalla nostra lingua è diventato, col tempo, il Cirlicì di oggi.

Scopriamo la ricca flora del luogo che grazie alla totale assenza di pesticidi e diserbanti può contare ancora oggi su un gran numero di piante difficili da trovare altrove. Tra esse, una grande quantità di cespugli di acanto fa bella mostra di sé, con i propri caratteristici fiori: sono le piante che, nella cultura greca, adornano le colonne corinzie e che, in epoca barocca, adornano altari e portali. Incredibile! Come incredibili sono delle piante che hanno in bella mostra dei baccelli: sembrano piselli ma, in verità di tratta di una specie di seme che, essiccato e tostato, permette di preparare una bevanda simile al caffè.

pianta utilizzata come caffè

Ma la piacevole escursione prosegue con la visita ad un terrazzamento proprio al limite della grande cava e dal quale è possibile volgere lo sguardo sino al mare di Gallipoli. E` ciò che resta di antico insediamento capannicolo abitato sino al oltre il 1500 a.C., da cui -probabilmente- trasse le sue origini l'antica città di Bavota.

Su questo terrazzamento è possibile distinguere il punto esatto in cui pali delle capanne si conficcavano nel suolo; è anche possibile dare una forma alle capanne ed una di queste, perfettamente circolare, aveva un particolare sistema per il recupero delle acque piovane: era, forse, la capanna del capo del villaggio, dotata di maggior comfort rispetto a quelle degli altri abitanti... Erano tempi difficili e bastava poco per essere al di sopra degli altri.

visita al parco archeologico parabita

Poco distante da qui c'è la famosa Grotta delle Veneri, da cui il popolo delle capanne veniva e dove visse per molti, molti secoli. La grotta era divenuta troppo piccola e restò per questa antica popolazione un luogo di culto: un'antica chiesa dove negli anni 80 del secolo scorso fu fatta una scoperta incredibile: due piccole statuine di osso alte 6 ed 8 cm che riproducevano due figure femminili, le Veneri, appunto. Una rappresentazione artistica dei primordi dell'umanità divenuta -ormai- simbolo della cittadina di Parabita.

E` difficile concentrare in poche righe le oltre due ore di informazioni e dettagli che la nostra esperta guida ci ha gentilmente fornito e che non potremmo mai ringraziare adeguatamente. Informazioni preziose, dettagliate e -soprattutto- appassionate che ci hanno fatto apprezzare una magnifica mattina trascorsa all'insegna della Cultura.

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Documento scritto e/o curato da Franco
Data pubblicazione: 20/04/2010 (08:46)
Ultimo aggiornamento: 21/04/2010 (08:32)


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