Ugento ed i Messapi |
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Si è tenuto oggi, presso la sede di Japigia -che ha ospitato l'evento-, l'incontro con il Dr. Paolo Schiavano, archeologo dello Studio di Consulenza archeologica di Ugento.
Ugento è una città antichissima. Negli ultimi anni è cresciuta molto e la nuova area urbana coincide, per oltre tre quarti, con quella dell'antica città messapica. In una situazione simile -spiega il Dr. Schiavano- ogni lavoro urbano, dal rifacimento delle opere di urbanizzazione alla costruzione di un nuovo edificio, fa tornare alla luce vestigia di un passato che solo da pochi anni desta l'interesse degli studiosi e dei salentini.
Gli antichi Messapi avevano cinto Ugento con opere murarie di grandi dimensioni: ben cinque chilometri! Esse abbracciavano l'intera cittadina, una delle più importanti città messapiche, potente al punto da controllare l'intero Basso Salento. Le antiche mura sono rimaste quasi intatte sino alla fine della seconda guerra mondiale, quando furono smontate: i grandi blocchi di calcare furono riutilizzati per la costruzione della cittadina che cominciava ad espandersi.
Il tracciato delle antiche mura racchiude gran parte della città moderna ed un'area agricola posta lungo il tracciato dell'antica via Sallentina: ed è proprio qui che, oggi, il lavoro degli archeologi si fa interessante.
Non si poteva non parlare del reperto Ugentino più noto: la statua bronzea dello Zeus.
Datata intorno al 600 a.C., fu ritrovata in circostanze estremamente fortuite. Si stavano, infatti, eseguendo i lavori di ristrutturazione di una civile abitazione posta sul punto più alto della città antica -coincidente con l'acropoli- quando, durante i lavori di scavo, un operaio trovò un pietra perfettamente squadrata che chiudeva un buco nel terreno. Rimosso il blocco di pietra, l'operaio entrò nel buco e ne trasse una statua di metallo priva di braccia e gambe. Ritenendola inutile, la abbandonò con disinvoltura sul cumulo di macerie, accatastato di fronte alla casa in attesa del camion che le trasportasse alla discarica.
Fortuna volle che passasse di lì una donna che ben valutò il valore del reperto testé ritrovato e che fece di tutto per recuperane, dalla discarica, le parti mancanti.
Ma la storia di Ugento non si ferma ai Messapi. Come ha ben spiegato il Dr. Schiavano, la cittadina divenne municipio romano, poi città bizantina per giungere ai giorni nostri ricca di storia probabilmente ancora da scoprire.
Interessanti, nelle immediate vicinanze e sempre lungo la via salentina, i resti di cripte e chiese alcune delle quali costruite dai Templari e rimaste in custodia a famiglie aristocratiche di Ugento. Tracce di una storia, ignota ai più, che diviene un punto di riferimento per scoprire le origini della civiltà salentina.
Data pubblicazione: 25/04/2007 (22:10)
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