Il ceto medio sta scomparendo: da due indagini promosse dalla CNA emerge che nel 2013 sono diminuite le spese per i viaggi e le auto in circolazione. |
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Un paese in crisi |
Tags/parole chiave: ceto medio.cna • crisi economica • viaggi • auto
I piccoli artigiani, i commerciati e gli impiegati che possono fare affidamento solo su introiti al di sotto della media degli omologhi del resto del mondo occidentale ed ormai stremati da continui aumenti e da tasse e balzelli non ce la fanno più.
Ormai la situazione economica italiana è chiara a tutti, tranne a chi ci governa: la crisi colpisce anche (e soprattutto) il ceto medio, costituito da coloro che, magari, possedevano due auto per famiglia (una in testa a ciascun coniuge ed in uso ai figli più grandi) per potersi spostare o da quelli che, nel mese di agosto, si concedevano la vacanza al mare (magari in un piccolo albergo o un bed and breakfast), quelli del fine settimana e delle piccole gite fuori porta o quelli che, una volta al mese, si concedevano una serata al ristorante o un abitino carino senza aspettare i (falsi) saldi.
Tutto questo mi fa venire in mente una canzone... “Se potessi avere millelire al mese...” così cantava Gilberto Mazzi nel 1939, quando, con 1000 lire, ci si poteva vivere... Ma nonostante canto, non mi passa!
Oggi il governo promette 80 euro al mese, ma non a tutti gli italiani, per incrementare i consumi. Solo ottanta euro al mese in più da spendere per le persone normali, quando, dalle ultime indagini sulle spese pazze dei politici, 80 euro rappresenterebbero meno di un'elemosina per questa classe privilegiata.
E, tornando a parlare di consumi, propongo il risultato da due indagini promosse dalla CNA: ne vien fuori un quadro a tinte fosche dove la maggior parte degli italiani si libera delle auto e evita di andare in vacanza.Non ci sono soldi.
La crisi costringe il ceto medio a modificare drasticamente il suo modo di vivere. Dall'indagine emerge infatti che nel 2013 i viaggi per le vacanze sono diminuiti di oltre il 16% e quelli "brevi" viaggi hanno avuto un calo del 23%, mentre il numero delle auto circolanti è diminuito di quasi 100mila unità.
Non ci sono molte differenze tra nord centro e sud Italia, ma il dato negativo penalizza, come è ovvio aspettarsi, moltissimo il sud.
Di sicuro non saranno le 80 euro al mese promesse dal governo e da "erogare" appena dopo le elezioni europee ad aumentare i consumi per far emergere l'economia italiana.
Cosa aspettarci per il 2014? Le 80 euro/mese (per chi le avrà) saranno subito investite per le vacanze o per pagare le tasse a giugno? Staremo a vedere.
Non ci resta che dare uno sguardo a questo Paese ormai in ginocchio; pochissimi sono i ricchi, sempre di più i poveri. Quelli che stanno in mezzo, ciò che si definisce "ceto medio" fatica spesso a far fronte ai propri impegni economici e comincia a sfaldarsi facendo scivolare molti dei suoi appartenenti nei gradini più bassi.
Cresce la sperequazione tra uno stipendio di un operaio o di un impiegato e quello dei "grandi" manager; in barba a quanto diceva una grande imprenditore del passato (lo stipendio di un dirigente non dovrebbe essere 10/20 volte di più dei suoi operai: era Adriano Olivetti a dirlo) oggi lo stipendio dei dirigenti supera spesso il milione di euro l'anno. Spesso, anche 2 o tre milioni: è veramente un affronto!
Pensare che un solo uomo possa avere una simile retribuzione dovrebbe dargli delle capacità enormi! Ad esempio, non funziona il computer? Con la sola imposizione delle mani, il manager strapagato te lo ripara! Se uno prende tre milioni di euro saprà fare bene questo ed altro...
E invece no: abbiamo politici strapagati, manager straricchi, imprenditori privati con stipendi da favola ma l'Italia ancora non ce la fa... Nonostante le possibili capacità taumaturgiche (in base allo stipendio percepito) di manager e politici l'Italia è sempre sull'orlo del baratro. Un paese praticamente fallito.
Data pubblicazione: 25/03/2014 (14:51)
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